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SINDACALISMO
RIVOLUZIONARIO
Movimento politico-sindacale sorto in Francia
verso la fine del XIX secolo sulla base delle teorie di G.
Sorel, che individuava nello sciopero generale rivoluzionario lo strumento
principale per l'affermazione del proletariato, per l'abbattimento dello
stato e per dare il potere economico ai lavoratori. Sostenitore di questa
strategia fu F. Pelloutier, che la propose nel 1892 come strumento di
lotta pacifico e legale. Successivamente, in aspra polemica con M.J. Guesde,
si venne sviluppando una concezione della funzione del sindacato chefaceva
perno sulle bourses du travail quali organismi in grado di recepire
le necessità e le aspirazioni del proletariato industriale. Questa
linea fu adottata dalla Cgt nel congresso di Amiens del 1906. Tra il 1902
e il 1908 la pratica dell'azione diretta predicata dai sindacalisti consentì
in Francia il conseguimento di considerevoli successi, ma negli anni seguenti
si rivelò un profondo sfasamento tra l'azione quotidiana diretta
e la propaganda rivoluzionaria, a cui tentò di reagire la rivista
"La Vie ouvrière" (1908-1914) che si indirizzò all'analisi
della condizione operaia con l'obiettivo di superare lo spontaneismo dell'impostazione
originaria. La crisi provocata dalla Prima guerra mondiale travolse anche
i sindacalisti rivoluzionari francesi, malgrado il rifiuto di molti di
loro di aderire all'union sacrée
nazionale proclamata dai riformisti. Diffuso in molti paesi europei (in
particolare in Spagna) a cavallo della Prima guerra mondiale, il sindacalismo
rivoluzionario contò molti appoggi tra gli anarchici, per il suo
carattere antiautoritario. In Italia il sindacalismo rivoluzionario si
affermò in primo luogo all'interno del Psi grazie a un gruppo meridionale
(Arturo Labriola, Enrico Leone) sensibile all'eredità dell'anarchismo
bakuniniano che agli inizi del Novecento riuscì a saldarsi con
l'opposizione antiriformista settentrionale. L'influenza dei sindacalisti
rivoluzionari si affermò al congresso di Bologna, ma cominciò
a declinare con le elezioni che seguirono lo sciopero generale del 1904.
Dopo aver promosso con Alceste De Ambris il grande sciopero di Parma del
1908 fondarono, nel 1912, l'Unione sindacale italiana (Usi) di cui fu
esponente di rilievo il giovane Filippo Corridoni, molto influente nelle
lotte operaie di quegli anni in quanto riuscì in diversi casi a
far superare ai lavoratori le tradizionali divisioni basate sul mestiere.
Nel dibattito del 1914-1915 sulle scelte di intervento o neutralità,
la frazione interventista fu battuta dal neutralismo antimilitarista dell'anarchico
Armando Borghi e i suoi aderenti fondarono l'Unione italiana del lavoro.
L. Ganapini
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